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Epatite C 1/ trattare tutti i pazienti è sostenibile per l'Ssn

Infettivologia Redazione DottNet | 25/07/2017 19:27

Studio Iss, l'Italia può essere un modello per l'Europa

La scelta italiana di curare tutti pazienti con epatite C con i nuovi farmaci non solo migliora la loro salute ma è anche sostenibile dal punto di vista finanziario. Lo ha dimostrato uno studio coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e pubblicato dalla rivista Hepatology. La ricerca si è svolta in 100 centri su tutto il territorio nazionale su un totale di oltre 8mila persone. A partire dai dati reali i ricercatori hanno elaborato un modello che tiene conto del prezzo dei farmaci e dei costi generati dalla malattia a lungo termine, tenendo conto di tutti i benefici proiettati negli anni dopo l'eliminazione del virus, ad esempio in termini di casi evitati di pazienti con cirrosi del fegato.

Il risultato finale è che la spesa per un anno di vita in buona salute guadagnata da parte del paziente è circa 9mila euro, molto inferiore ai 35mila considerati la soglia per un investimento corretto. "Lo studio ha dimostrato - sottolinea Loreta Kondili, ricercatore presso il Centro per la salute Globale dell'ISS - che in entrambi i contesti (italiano ed europeo) il trattamento di tutti i pazienti con infezione cronica da HCV, anche in stadi di malattia lieve, consente benefici superiori in termini di salute, rispetto all'applicazione della politica di trattamento prioritizzato".

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L'Italia, spiega il presidente dell'Iss Walter Ricciardi, rappresenta una peculiarità per quanto riguarda l'infezione da virus dell'epatite C perchè è uno dei paesi con maggior prevalenza dell'infezione in Europa. "Per questo motivo il nostro studio, fa dell'Italia un modello per l'Europa e per il mondo. Un utile strumento per la messa a punto di strategie di ampliamento dell'accesso ai farmaci anti epatite C e, per raggiungere l'obiettivo dell'OMS di eliminare l'infezione entro il 2030".

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